giovedì 28 gennaio 2010

Le primarie per le regionali l’ultima partita di Bassolino

Magari finisse così. Magari il Pd campano si decidesse a indire definitivamente le primarie e magari a duellare fossero davvero due candidati di alto profilo come Marone e De Luca. Se così fosse, pur di assistere a uno scontro vero e diretto, senza vuoti formalismi e odiose ipocrisie, saremmo pronti ad archiviare benevolmente lo spettacolo indecoroso di questi giorni: dal vuoto di direzione politica, all’incertezza sui candidati, fino alle patetiche attese del Godot di Nusco. A consigliare prudenza, e a insinuare il dubbio che il capitolo finale non sia ancora stato scritto, sono un paio di interrogativi rimasti senza risposta. Il primo. Marone e Cascetta, l’assessore che proprio ieri ha scritto un’amara lettera a Bersani sulle lacerazioni interne al Pd, hanno profili politici molto simili: entrambi della squadra di Bassolino, entrambi con una forte impronta tecnica, ed entrambi fedeli al leader nei momenti peggiori. Ebbene, perché, in nome degli stessi valori, il secondo rinuncia alle primarie e il primo, invece, si fa avanti? E fuori luogo il sospetto di tatticismo? L’altro interrogativo riguarda Bassolino. Tempo fa, nel pieno del caos dei rifiuti. il eovernatore chiese un anno’di tempo per uscire dall’emergenza e poi valutare l’ipotesi delle dimissioni. Di dimissioni non ha pi parlato. a piuttosto iniziato a ricordare i primati di cui va fiero: mai persa un’elezione diretta; con lui il centrodestra «non si è mal tolto lo sfizio di vincere»; e ogni volta che si è ripresentato, sia al Comune di Napoli, sia alla Regione, ha sempre raccolto più consensi della prima candidatura. Un modo come un altro per dire che con lui in campo la partita non è affatto persa. Ma allora, se così stanno le cose, se il quadro non è del tutto compromesso come a noi appare, perché Bassolino non si ripresenta? Formigoni, in Lombardia, lo ha fatto. Perché il nostro governatore rinuncia all’ultima, decisiva sfida? Qualcuno dice che questa volta Bassolino sa di perdere, perciò non si fa avanti. Ma Bassolino perderebbe comunque. Questa volta non potrebbe fare come con Nicolais, alle elezioni provinciali di Napoli, quando spieg la sconfitta con la scelta di un candidato a lui estraneo e anzi contrapposto. Marone, con tutti i dovuti distinguo, è Bassolino. Se perde Marone, perde Bassolino. E se poi De Luca, vincitore alle primarie, dovesse perdere nello scontro con il centrodestra, co me potrebbe, Bassolino, già sconfitto nel duello interno, dire che lui avrebbe fatto meglio alle elezioni istituzionali? Al punto in cui siamo, Bassolino pu uscirne solo in due modi: o sorprendendo tutti riproponendosi, dopo essersi sottoposto come Vendola alle primarie, per la terza volta; o indicando un candidato così forte e così «alto», da garantire sia un minimo di coalizione, sia la vittoria finale. Questo candidato è Marone? Staremo a vedere. Ma intanto la coalizione non c’è più: il centrosinistra ha perso pezzi di «centro» e pezzi di «sinistra», e se ci è accaduto non è solo per effetto dei giochi nazionali o del fuoco amico di cui Bassolino è stato bersaglio, dal «cacicchi» di D’Alema agli inviti di Veltroni a farsi da parte. Se il centrosinistra si è frantumato, Bassolino non può dirsi innocente. (di Marco Demarco dal Corriere del Mezzogiorno)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come mai quei solerti commentatori dei fatti del centrodestra non commentano le notizie del centrosinistra campano? Hanno capito anche loro che è diventato un teatrino tragicomico?

Anonimo ha detto...

Il teatrino del centrosinistra è da tempo che fa ormai ridere.
Quello del centrodestra campano di Cosentino (di cui anche la Cassazione ha chiesto l'arresto per mafia) fa paura.
State molto attenti!