mercoledì 30 settembre 2009

L´urbanistica affidata al caso

Oggi, a pochi mesi dalle elezioni, si sta per servire l´ultimo piatto dell´urbanistica à la carte regionale. Quell´urbanistica, cioè, che non solo ha scientemente fatto a meno in questi anni di ogni sistema di pianificazione, ma, operando un furbo processo di inversione, ha reso ordinarie tutte le procedure che altrove sono straordinarie, occasionali, temporanee, emergenziali, facendole passare per necessarie, improrogabili o legate ai soliti fondi europei "che si rischia di perdere". Oggi, l´incredibile testo modificato del cosiddetto "Piano casa", andrà in aula, dove sarà ulteriormente utilizzato come ricettacolo delle ultime questue bipartisan avide e ingorde di alcuni consiglieri regionali, e quindi, lungi dall´avere interventi migliorativi, si confermerà un moloch i cui esiti irreversibili si dispiegheranno sul territorio regionale, aree protette comprese. Un provvedimento che è destinato ad «incidere fortemente sulla realtà urbanistica ed economica campana», come ha affermato il presidente della commissione Urbanistica, dove per «fortemente» si deve intendere che in Campania il principio del pianificare sarà surrogato da una legge sciatta e generica, che è scritta male e che sarà interpretata peggio. Eppure, anche mantenendo le ipocrite intenzioni del "rilancio economico" e della "riqualificazione del patrimonio esistente", invocate con questa legge, si sarebbe potuto confezionare tecnicamente qualcosa di meglio, in grado di conciliare esigenze e necessità, tutela e valorizzazione, edilizia e architettura, economia e sostenibilità. Bastava guardare a Regioni meno voraci e più coerenti. La Toscana, ad esempio, nel prevedere ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni, lega queste azioni alla loro connessione con gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio o gli strumenti urbanistici generali dei comuni. In Campania, invece, la liberalizzazione e la delega al caso è totale. L´unico sforzo che si è fatto per inquadrare le operazioni edilizie previste in una logica minima di pianificazione, è un´improbabile e inconsistente "coerenza" con il piano territoriale regionale, strumento di indirizzi e non cogente che è stato pensato e progettato con tutt´altri scopi che arginare questa sorta di soluzione finale per il paesaggio. Nella visione contenuta in questo piano casa le aree tutelate sono fondamentali. E lì, nelle zone più appetibili dalla rendita e dalla speculazione, che si avranno, secondo una logica banalmente prevedibile, le maggiori speculazioni e i peggiori guasti. Per quanto riguarda, invece, le famigerate "aree urbane dimesse" (articolo 5), gli estensori della legge ne hanno improvvisato una definizione enormemente dilatata e pericolosa. Si va dalle aree "compromesse, abbandonate" a quelle "a basso livello di naturalità" o "improduttive", che si trovano "in ambiti urbani e territori marginali", e così via, producendo un campionario di espressioni vaghe, poco pertinenti, tecnicamente approssimate e pericolosamente ambigue, che tende ad includere la quasi totalità delle aree libere campane. Persino il tema, che poteva essere qualificante, dell´individuare, all´interno delle grandi trasformazioni urbane previste, una quota consistente di edilizia residenziale pubblica, è stato sostituito dalla previsione, più remunerativa, di "edilizia convenzionata" e poi relegato a pochi casi marginali. Cosa dirà l´assessore Cundari, presidente della Rete europea degli enti locali e regionali per l´attuazione della Convenzione del paesaggio, quando si recherà agli incontri con gli altri Stati membri per spiegare quello che sta combinando la Regione Campania? Come mai la medesima compagine politica che ha prodotto per il Comune di Napoli un sistema pianificatorio strutturato e coerente, anche se perfettibile, ha consentito, dopo pochi anni, che in Regione prevalesse la deroga sul piano, la cattiva edilizia sul paesaggio, l´interesse privato su quello pubblico? Se il dibattito di oggi in consiglio regionale avesse un senso, potrebbe rispondere, molto semplicemente, a questi quesiti. (Giuseppe Guida Repubblica Napoli)

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