giovedì 27 agosto 2009

Pd, parte la sfida

«Bassolino di nuovo in campo per Napoli? Nessun veto, ci mancherebbe. Ma è la gente che chiede di cambiare»; «le alleanze per le prossime regionali? Non possiamo consegnare il nostro destino all’Udc»; «la Campania regina delle tessere del Pd? La sproporzione tra il grado di partecipazione e il numero di iscritti impone alcune riflessioni »; «gli affondi di Bossi sul Mezzogiorno? La verità è che l’arroganza della Lega è stata legittimata una classe dirigente meridionale per molti versi incapace »; «Nicolais scivolato sull’antibassolinismo? Dovremmo solo ringraziarlo per quello che ha fatto e invece ho l’impressione, spiacevole, che qualcuno abbia voluto dargli una lezione e non ne faccia neppure mistero». Leonardo Impegno, presidente del Consiglio comunale di Napoli, sostiene senza se e senza ma la linea Franceschini ed è candidato alla segreteria regionale dei democratici. Enzo Amendola, l’altro candidato a succedere a Tino Iannuzzi, che gode del sostegno dei dalemiani e dei bassoliniani e che a livello nazionale fa riferimento a Pier Luigi Bersani, non sta certo a guardare. Anzi, alla vigilia dell’arrivo del segretario nazionale del partito lancia la sua sfida per la leadership regionale con una lettera a tutti gli iscritti al partito, in cui attacca «la continua litigiosità» interna che «ha deluso tanti cittadini e ha fatto perdere la fiducia nella nostra comunità, come rovinosamente documentato dalle ultime tornate elettorali». Insomma, bisogna cambiare registro. Amendola mette sotto accusa «la vita democratica del partito campano», giudicandola «meno che asfittica, esitante nel rappresentare i nuovi fermenti sociali e le vecchie e nuove sofferenze». Per il candidato dalemiano il Pd «non può vivere immerso nella sua discussione interna, spesso criptica e fumosa, oppure ritenere sufficienti gli atti di governo dei suoi rappresentanti dalla Regione ai piccoli comuni. La nostra forza si fonda sulla partecipazione e l’ascolto dei cittadini, su valori forti come la solidarietà e le pari opportunità per tutti». Quindi un nuovo affondo: «Il partito che abbiamo conosciuto negli ultimi venti mesi in Campania non è stato tutto questo».

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