venerdì 31 luglio 2009

Delfini e gabbiani corsi nelle acque care a Eduardo

Massa Lubrense - Alla punta del Capo di Sorrento, sulla rotta delle Sirene, spunta la bianca scia di un branco di delfini; sull’Isca, l’isolotto di Eduardo De Filippo, anche quest’anno nidificano rari esemplari di gabbiano corso. «Si tratta di una specie rara, presente solo dove il mare è pulito», spiega Vincenzo Cavaliere dell’Asoim, l’Associazione studi ornitologici dell’Italia meridionale. La natura sembra aver affidato a quei delfini e a quei gabbiani messaggi positivi sulla qualità delle acque nella riserva marina protetta di Punta Campanella. I delfini hanno circondato il gommone in dotazione al personale del Parco marino, salti e piroette a pochi metri dall’imbarcazione. In questi casi è consigliabile non incrociare mai la loro rotta, procedere lentamente, evitare bruschi cambiamenti di direzione e velocità. I delfini avvistati sono della specie Tursiope, una delle più diffuse nel Mediterraneo, molto attivi in superficie, abituati a nuotare a prua e nella scia delle imbarcazioni. Una specie di cui sembrano esserci due varietà: una più piccola e costiera, una più robusta che si muove in mare aperto. Le caratteristiche principali sono la pinna dorsale scura e prominente, accompagnata a un comportamento attivo e curioso. La presenza più gradita nel Parco marino di Punta Campanella è quella del gabbiano corso, specie molto rara. Un’estate fa alcuni esemplari avevano già nidificato sull’Isca. Dopo un anno, i giovani gabbiani sono ancora sull’isolotto situato tra la piccola spiaggia di Recommone e il fiordo di Crapolla, come ha appurato Vincenzo Cavaliere. L’ornitologo, con la collaborazione della riserva marina di Punta Campanella, ha provveduto ad inanellare quattro esemplari nati negli ultimi mesi. La consistenza della popolazione mondiale di questa specie rara è stimata in appena ventimila coppie, concentrate principalmente nel Mediterraneo occidentale. «Il gabbiano corso - spiega Vincenzo Cavaliere - è estremamente sensibile all’inquinamento marino e al disturbo causato dall’uomo». (Antonino Siniscalchi il Mattino)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si vede che il Gabbiano Corso ed i Tursiopi si sono fidati dei dati dell'ARPAC.

Si estingueranno anche loro???

Speriamo bene.

Anonimo ha detto...

Sabato scorso la troupe di Sereno Variabile ha fatto tappa nell'area marina protetta.
Perchè il caro Gennaro Cinque non contatta la redazione di Osvaldo Bevilacqua e lo invita a fare un servizio sul Banco di Santacroce che , con rispetto parlando, non ha nulla da invidiare alle più belle immersioni dell'Area Marina Protetta?