mercoledì 29 ottobre 2008

Non era un camorrista

Due morti di camorra, scene da far west, davanti a un bar in una zona periferica della città di Gragnano. I sicari, probabilmente arrivati a bordo di una potente moto, hanno ucciso Carmine D'Antuono, 58 anni, noto con il soprannome di «'o lione», considerato affiliato al clan di Umberto Mario Imparato (boss morto nel 1993), e Federico Donnarumma, 42 anni, con piccoli precedenti per truffa e false attestazioni. Quest'ultimo, un autista, sembra che stesse cercando di ottenere da D'Antuono un lavoro presso una ditta che fornisce bibite, di proprietà della famiglia. Tra i primi ad arrivare sul posto del massacro il consigliere provinciale di AN Giuliano D’Auria eletto nel comprensorio di Vico Equense, Gragnano, Pimonte e Agerola. Federico lo conosceva bene, per anni era stato il suo autista. “Un amico, un collaboratore – ha detto D’Auria a Metropolis – non un mio dipendente”. “Lunedì sera ci siamo incontrati – dichiara l’esponente di AN – avevamo parlato della possibilità di collocarlo. C’era una possibilità di inserirlo in uno dei pastifici di Gragnano. A questo stavamo lavorando”. “Non aveva nulla da spartire – continua D’Auria – con certa gente, sono certo della sua innocenza. Forse si è fermato a parlare, ma non aveva nulla da spartire con certi ambienti”. Sul suo passato il consigliere provinciale spende molte parole: “Una persona perbene, un gran lavoratore che fino a poco tempo fa era stato a Bologna. Era rientrato solo per stare vicino alla famiglia, senza ombra di dubbio c’è finito per sbaglio. Mi chiedo perché si trovasse qui, ma forse conosceva di vista la persona e si è fermato a salutarla”. “Vi prego di scriverlo – conclude DAuria – non era un camorrista. Un camorrista non si abbassa a lavorare a Bologna per fare l’autista”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per una volta D'Auria ha ragione. Federico non meritava quello che gli è successo.

Anonimo ha detto...

Questo tale Federico forse non meritava quello che gli è successo, ma se la faceva con la camorra e se la faceva con D'Auria. Per la proprietà transitiva D'Auria dovrebbe dimettersi prima e spiegare i suoi rapporti con questo signore dopo.
Che pena...

Anonimo ha detto...

D'Auria colpevole...!