giovedì 25 settembre 2008

Corecom, maggioranza divisa sulle nomine scontro in aula

Regione Campania - Si scrive Corecom, si legge lottizzazione. Da più di quattro anni il Comitato regionale per le comunicazioni agisce in regime di proroga perchè i partiti non riescono a raggiungere un accordo su come dividersi i nove componenti, sei espressi dalla maggioranza e tre dall’opposizione. Ma il principale nodo da sciogliere riguarda un decimo nome, quello del presidente, che va scelto dalla terna composta da Gianni Festa, Ferdinando Pinto (foto) e Salvatore Sica. Nel centrosinistra si naviga a vista. I posti a disposizione sono sette compresa la presidenza e i partiti minori hanno proposto una soluzione semplice semplice: un posto a testa, visto che i gruppi della maggioranza sono proprio sette. Ma al Pd il film «Sette spose per sette fratelli» non piace e vorrebbe nel Corecom un letto a due piazze. In effetti, pur avendo dato vita a un partito e a un gruppo unico, sia nei Ds che nella Margherita si continua a ragionare come se la fusione non ci fosse mai stata. E dunque ogni richiesta è moltiplicata per due. La sfida per la presidenza sembra ristretta a Pinto e Festa. Dal Pd è emersa un’indicazione per il primo, docente universitario, ex sindaco Ds di Sorrento e oggi componente del consiglio di amministrazione della Soresa, ma parte del gruppo preferirebbe il giornalista Festa, gradito all’Udeur e anche al centrodestra. Fra l’altro c’è chi fa notare che Pinto sia incompatibile perché siede nel Cda della società che gestisce il debito della sanità. Inoltre, chi nel Pd vuol tirare la volata a Festa lo fa sostenendo che così potrà ottenere nel comitato due dei sei posti che spettano alla maggioranza. Insomma, il caso è complesso e dalla sua soluzione dipende un altro pacchetto di nomine che l’aula è chiamata a votare e che puntualmente rinvia. Si tratta, in particolare, di trenta designazioni relative ai consigli di amministrazione e i collegi dei revisori delle Aziende per il diritto allo studio delle università campane. Anche in questo caso l’accordo tra i partiti non c’è. E resta da definire l’assetto dell’Ufficio di presidenza. In gioco c’è la sostituzione di Pianese e la partita è tutta interna al centrodestra. Il Pdl reclama per sè il posto (è Pasquale Marrazzo il candidato) ma l’Udc, che occupava quella postazione in virtù dei quattro consiglieri eletti nel 2005, non intende cedere. «Se le regole hanno un valore e se gli accordi esistono ancora - dice l’unico consigliere centrista Carmine Mocerino - quel posto spetta all’Udc. Fra l’altro, non si capisce perchè debba essere premiato chi ha cambiato casacca». Se passa Marrazzo, Salvatore Ronghi (Mpa) manterrà la vicepresidenza mentre Angelo Polverino (An) andrà nel collegio dei revisori. (p.mai. il Mattino)

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