mercoledì 20 agosto 2008

Ordinanze di demolizione mai eseguite in costiera sorrentina

«La Procura di Torre Annunziata, in un anno, ha emanato oltre trecento ordinanze di demolizione, relative ad immobili abusivi, per lo più in costiera sorrentina. Uno sforzo notevole, nonostante l'ufficio antiabusivismo conti su solo tre persone. Non una di tali ordinanze è stata però eseguita. Non lo hanno fatto i privati e i sindaci si sono ben guardati dall'agire in danno dei proprietari. Neppure sono intervenuti i commissari ad acta che palazzo Santa Lucia aveva annunciato. Non sto parlando di piccoli abusi, ma di opere consistenti: case, ampliamenti di ristoranti e di alberghi». Diego Marmo, il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, fotografa il dramma di un territorio ostaggio del cemento selvaggio. Un'area, la costiera, dove non pochi tra gli stessi sindaci ed amministratori hanno realizzato abusi edilizi. Dal suo osservatorio il dibattito sulla legalità assume la concretezza delle cifre. «Certo. Quando ho letto sui quotidiani sabato scorso la denuncia del questore di Napoli sull'inadeguata cultura della legalità in città ho pensato ad un incontro che organizzai qualche tempo fa. Finiamola col pensare che è tutta camorra, dissi. La camorra c'è ma non deve diventare un alibi. Esiste, è pericolosa, va combattuta, ma in alcuni reati non c'entra. Le aziende conciarie e conserviere che hanno avvelenato il Sarno non mi risulta fossero gestite della camorra. Abbiamo smascherato una società a Piano di Sorrento composta da 10 persone, che caricavano in autobotte a Capri rifiuti liquidi pericolosi. Avrebbero dovuto portarli all'impianto di trattamento; li buttavano a mare. Gente incensurata». Il fenomeno dell'abusivismo, sotto questo profilo, è paradigmatico, «Certo. La terrazza che crollò lo scorso anno a Conca dei Marini, proprio in questo periodo, era stata costruita abusivamente da borghesi che affittavano. Ristoratori ed albergatori che edificano senza licenza non sono certo tutti camorristi, eppure infliggono una ferita mortale al paesaggio ed al futuro di questa zona». Nessuno vede mai nulla, pare. «E qui torniamo al discorso sull'illegalità diffusa, sulla mancanza di senso civico. Non è concepibile che si possa costruire senza che nessuno se ne accorga. Non sono baracche che si completano in una notte. La rifinitura, la costruzione richiede giorni. Poi si devono stipulare contratti che richiedono l'intervento della Pubblica Amministrazione. Riceviamo denunce tardive, se le abbiamo. Non è concepibile che la Procura apprenda a costruzione finita, magari dal giornale, l'esistenza di costruzioni abusive sul territorio. Cosa fa la polizia municipale? Fortunatamente si stanno muovendo spesso i carabinieri ». Dicono che non hanno mezzi «Le rispondo con due esempi. Abbiamo trovato una villa rifinita in una zona un po' impervia, in costiera sorrentina. Ci hanno lavorato falegnami e un architetto per settimane; i materiali qualcuno doveva pure portarli. Fantasmi, per chi avrebbe dovuto controllare, ma pure per i cittadini che abitavano lì vicino. Sempre in costiera abbiamo trovato una grossa costruzione tutta abusiva con dentro una panetteria e un minimarket. Chi ha concesso autorizzazioni e licenze?» (Fabrizio Geremicca il Corriere del Mezzogiorno)

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