domenica 31 agosto 2008

Lacrime e rabbia tra i precari «E adesso come pago il mutuo?»

Rosalba Russo ha 53 anni, vive da sola e paga 300 euro di affitto al mese. L'ultimo stipendio lo ha percepito a giugno, circa 1100 euro. A settembre doveva tornare a scuola, era in attesa di essere convocata per una supplenza annuale nella primaria. Ma le sue speranze, con quelle degli altri precari, si sono infrante al rientro della vacanze. Non saranno assegnati incarichi annuali nella scuola primaria. Neanche un posto, a fronte dei 400 contratti a tempo determinato stipulati l'anno scorso secondo le stime dei sindacati. «Sono disperata», grida Rosalba. Marianna Castaldo ha avuto la cattiva notizia per telefono. «Non volevo crederci - racconta - Sono nella scuola da 19 anni e da 5 anni avevo assunto l'incarico annuale. Ho accumulato 200 punti, ero prossima all'incarico. Ora che succederà?». L'anno scorso Marianna ha insegnato in una scuola di Barra, il suo è l'unico reddito che arriva in famiglia. Vive a Sorrento, ogni giorno per recarsi a scuola uscita di casa all'alba. Tutto questo nella speranza di accumulare punteggio, inseguendo il sogno del contratto a tempo in indeterminato. Francesca Salzano, 37 anni, da tre anni ha assunto l'incarico annuale. Insegna inglese, per 13 anni si è divisa tra scuole private e paritarie. «Mio marito ha uno stipendio da statale - spiega - e abbiamo due bambini. Se io non lavoro non sappiamo cosa fare». Dietro ogni donna una storia diversa, tutte disperatamente simili. Storie di disagi e corse frenetiche per arrivare alla fine del mese. Francesca si scioglie in lacrime, Mariapia cerca di consolarla, ma anche lei ha i suoi problemi. «Vivo da sola, in un miniappartamento - spiega Mariapia Russo - ho un plico di bollette da pagare chiuso nel cassetto. Non so come vivere, come pagare l'affitto». Mena, 36 anni, ha acceso un mutuo di 727 euro basandosi solo su questo lavoro. Il marito prende 900 euro al mese, rischiano di indebitarsi fino al collo. «Ho iniziato a lavorare quando la bimba aveva otto mesi - ricorda - ogni giorno venivo chiamata anche solo per due ore. Prendevo la piccola dal letto, la vestivo di corsa e la lasciavo dalla prima persona disponibile. Tutto questo per nulla». Infine B.S., 45 anni, quest'anno era convinta di essere finalmente immessa in ruolo: «Ero 40esima in graduatoria, pronta per essere assunta». Non è andata così. Per lei nemmeno la supplenza. (Diana Cataldo il Mattino)

In Campania 5mila tagli, la metà a Napoli e provincia. Maglia nera alle elementari: zero nomine

Nessun commento: