domenica 27 luglio 2008

Bassolino: un giovane dopo di me

Regione Campania - Il futuro del Pd, le nuove alleanze, i delicati equilibri campani: prima della pausa estiva Antonio Bassolino traccia la sua linea rispetto al partito e lo fa anche incalzando Walter Veltroni proponendo che il congresso nazionale si svolga tra gennaio e marzo del 2009 e non nell’autunno del prossimo anno. La road map. Anticipare il congresso. «Abbiamo bisogno di una riflessione profonda - spiega Bassolino nel corso di un’intervista al circuito Lunaset - perchè la botta elettorale è stata pesante. Dobbiamo discutere ricostruendo una prospettiva e guardando al dibattito in corso nelle altre forze. Dobbiamo fare in modo che il Pd davvero vada avanti come un partito nuovo, non come una somma di due partiti che si sono sciolti ma troppo spesso convivono ancora. Il problema non è se Veltroni sia più debole o meno. Veltroni non è più debole affatto, è la situazione più debole, è il Pd, tutto, che ha avuto un colpo duro dalle elezioni. C’è un problema collegiale e credo che se completassimo il tesseramento a settembre e ottobre tra gennaio e marzo del 2009 si potrebbe fare il congresso. L’autunno mi sembra lontano». Le alleanze. «In politica la strategia delle alleanze è una strategia essenziale e concepire un partito a vocazione maggioritaria non vuol dire non perseguire alleanze. Siamo in una fase di movimento. Io ritengo che ci sia lo spazio per la sinistra, ma che sia una sinistra critica e non una sinistra contro. E così nel centro. Io tendo a vedere nella vicenda di Avellino solo un forte segno locale e penso che dobbiamo interloquire con tutte quelle forze che nell’Udc pensano a un dialogo con il Pd. E il Pd deve incoraggiare le forze che hanno una ispirazione unitaria». Ma Bassolino critica l’alleanza con Di Pietro. «Le elezioni sono giunte troppo presto e si è fatto tutto in fretta. Ciò ha impedito una riflessione più approfondita tanto è vero che abbiamo visto quali conflitti si sono creati dopo il voto tra Pd e Idv». Il rinnovamento. «È evidente che occorre lavorare a una fase di rinnovamento nelle istituzioni e nel partito. Io ho fatto due volte il sindaco, due volte il presidente della Regione. Ora basta, e l’ho detto tre anni fa. Avanti nuove generazioni. Quando ho cominciato a fare il sindaco ero un quarantenne. La Iervolino è alla seconda legislatura, non potrà più candidarsi. E così anche nei partiti. Ci possono essere fasi in cui forse occorrono forze più mature, come Nicolais in questo momento a Napoli, che assolvono a un dovere. Bene. Ma poi serve rinnovare. Io il segretario del partito l’ho fatto a 23 anni, il segretario regionale a 29 anni. Ora dobbiamo fare avanzare nuove generazioni». Il Pd e le correnti. «Fondazioni e associazioni non siano correnti ma luoghi di riflessione vera. C’è un partito nuovo ma a volte tutti rischiamo di ragionare con vecchie ottiche. I bassoliniani? Dove sono. Non li conosco. Anche all’ultimo congresso, Andrea Cozzolino ha deciso in modo del tutto autonomo. È grande, è cresciuto, ha deciso con la sua testa di candidarsi. Coloro che per tanti anni hanno collaborato con me, anche gli assessori, stanno dovunque ma io non mi preoccupo di dove stiano nella geografia interna del Pd. Non lo so, non mi interessa. Il nuovo partito andrà avanti e vivrà nella misura in cui saprà superare i vecchi schemi e avere nuove mescolanze. Tutto è cambiato. Facemmo le primarie con De Mita. Oggi De Mita non c’è più». Il futuro. «Ribadisco, un anno di intenso lavoro e poi il consiglio, le forze politiche e soprattutto io valuteremo se sia più giusto continuare o ridare la parola agli elettori». (Paolo Mainiero il Mattino)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si ma se non cominci a fare le valigie rischiamo di far diventare vecchio anche questo ipotetico giovane.

A casa!!!

Anonimo ha detto...

A casa anche quelli della destra campana: dei veri ebeti!