lunedì 21 aprile 2008

Vico Equense in festa la prima volta in D

Vico Equense - La festa, attesa da decenni. Un grande tifo e una grande esplosione di gioia per il traguardo raggiunto sul comunale di Massaquano. Con un secco quattro a tre contro la Real Ebolitana, ieri pomeriggio sul campo di Massaquano, il «Città di Vico», ha conquistato il risultato inseguito da tempo: la serie D. Una vittoria dei calciatori, della città intera e della società nata cinque anni fa dalla fusione delle tre maggiori compagini cittadine. Fuori dal campo, il passaggio nella categoria superiore ha subito dato vita a una grande festa cominciata sul prato sintetico del comunale di Massaquano fino a piazza Umberto I, dove la squadra ha ricevuto il ringraziamento di tifosi e cittadini. Dopo cinque anni di tentativi, il Città di Vico Equense ha dunque centrato il traguardo della D, coronando sul rinnovato campo di Massaquano, restituito a inizio campionato a squadra e tifosi dopo un forzato esilio per lavori durato oltre un anno, il sogno di intere generazioni di atleti, sportivi, cittadini. A centrarlo, una società ambiziosa guidata da Aniello Savarese, affiancata dal vice presidente Andrea Astarita, con la saggezza del presidente onorario Francesco Savarese. A loro si sono uniti altri dirigenti storici del calcio vicano, coordinati dal segretario Salvatore Maffucci, e da Ciro De Gennaro, già allenatore della promozione del 1982. Il team azzurro-oro ha stravinto il campionato con un punteggio record, quattro soli pareggi e una sola sconfitta, registrata nella gara interna con il Paestum. Comprensibile, quindi, la soddisfazione del patron Aniello Savarese: «È stata una cavalcata entusiasmante che ha gettato le basi per un campionato nazionale in cui vogliamo essere protagonisti e in cui continueremo nella politica di valorizzazione di giovani che siamo certi emuleranno le gesta del nazionale Armellino. Sono ancora più felici perché la D è stata raggiunta con la guida di un valente allenatore, peraltro nostro concittadino, come Giovanni Ferraro». Al tripudio degli oltre mille spettatori giunti al Massaquano, si è unita l’amministrazione cittadina. «Questo giorno nasce dalla fusione tra le varie compagini - ha detto il sindaco Gennaro Cinque - per la quale ci siamo adoperati. Ora per affrontare la serie D saremo vicini alla società per le modifiche al campo sportivo». Nell’euforia dei festeggiamenti non è mancato un ricordo a padre Giovanni Ascione, a cui la società vuole far dedicare l’impianto vicano: «Siamo favorevoli alla proposta - ha detto Ferdinando Astarita, assessore allo Sport - di onorare uno degli artifici negli anni cinquanta della nascita ufficiale del calcio a Vico Equense». Naturalmente, oltre ai goleador Loreto e Napoli, ancora in rete nel 4 a 3 vittorioso di ieri, grandi protagonisti della cavalcata azzurro-oro sono stati gli under Francesco Rapesta e Marco Armellino, entrambi vicani, oltre a giocatori dal curriculum vincente come Violante, Munao, Coppola, Trapani, già artefici negli scorsi anni delle vittorie di Gelbison e Gragnano. A guidare il mix di giovani promesse e bucanieri dell’Eccellenza è stato Giovanni Ferraro, che circa due anni fa lasciò il Sorrento per ritornare nella sua Vico Equense e sposare il progetto del presidente Savarese: «Centrare la D alla guida della squadra della propria città ha un sapore unico, che trasmette grandi emozioni. Ringrazio i ragazzi e tutta la dirigenza per realizzato un sogno». Ora per il Città di Vico Equense si aprono più ambiti traguardi: «La D sarà una vetrina anche per la nostra città - dice l’assessore al Turismo Giuseppe Dilengite - il calcio farà da promoter per la nostra immagine - non demorde il presidente onorario Francesco Savarese - Domenica dobbiamo vincere a San Giorgio del Sannio per raggiungere i 79 punti, record assoluto in Eccellenza». (Umberto Celentano il Mattino)



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo patetico risultato del Vico Equense nel pallone, serve solo ad evidenziare la provincializzazione di questo paesetto che festeggia alla grande una misera promozione in una misera categoria D.
Invece di pensare alla miserabile promozione turistica di questo stare tra i dilettanti del pallone, il buon Dilengite farebbe bene ad indagare sulle voci di interferenza della camorra sui danari che ruotano attorno al calcio nel nostro comune dimenticato da dio e dagli uomini.
Auguri a tutti.

Anonimo ha detto...

Si sa che 'o pallone ormai è lo sport più cafone in assoluto, non tanto per lo sport in se ma per quella subcultura che si trascina dietro e quel modo insano di concepire lo sport contaminandolo con la cultura del "devi morire" e che è buono qualsiasi strumento anche sleale per vincere. Non a caso alcuni dei nostri calciatori non sfigurerebbero neanche nella nazionale tuffatori.
Questi sono fatti.
Se però anche questo sport cafone, che fa feste cafone in piazza intasando tutto viene praticato anche solo da un ragazzo in più che quindi sta lontano dalla strada e da tanti altri problemi, allora viva lo sport, anche se cofonissimo come in questo caso.

Ciao

Anonimo ha detto...

desde Agentina muchas felicitaciones al vico equense!!!!
y un beso grande a Augusto Burgos