lunedì 21 aprile 2008

Vendola da Lerner

Concordo pienamente con l´editoriale di Marco Demarco QUI. Io ho visto l´Infedele ed ho sentito attentamente Vendola e devo dire che nel sentirlo provavo un crescente fastidio per il tono messianico e profetico che spesse volte assumeva per spiegare le ragioni della catastrofe della Sinistra Arcobaleno:è un tono che Vendola usa di frequente e che non mi è mai piaciuto .Qualcosa tra il vate visionario e il profeta con citazioni a paradigmi filosofici che spesso appunto tra "la crescente nuvola visionaria, i riccioli barocchi di quel fraseggio, i voli estremi tra storia e immaginazione..", finivano col confondere il senso di ciò che avrebbe potuto dire solo in cinque righe, queste:" la verità è che la destra e la lega in particolare alle paure,alle esigenze e ai bisogni dei cittadini ,conseguenti alla globalizzazione,offrono soluzioni e risposte rassicuranti,che io non condivido anzi avverso aspramente, ma le offrono. La sinistra semplicemente non lo fa. Dobbiamo ripartire dalle esigenze e dalle domande concrete dei più deboli e dei meno protetti, tornando in mezzo a loro e riprendere con loro un percorso nuovo e credibile...". Ecco, bastava dire solo questo e Lupi -il pragmatico - avrebbe capito e avrebbero capito anche gli altri, Lerner incluso. Io dopo quella trasmissione - ma ne ero già convinto da molto - dico che la Sinistra ( e intendo tutta la Sinistra Arcobaleno e Democratica ) non rappresenta più e non da ora, gli strati più deboli ed esposti della società, ma soprattutto non offre soluzioni concrete alla gente. La lega, anche se con modalità discutibili, lo fa. Tutto qua. In più aggiungo che io non sarei così escatologico, come fa Vendola appunto e molti altri rifondaroli e mi rimboccherei le maniche aspettando le prossime elezioni tra cinque anni. (Franco Cuomo)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Più che pensare all’adesione allo schieramento di un’opposizione, è il momento di riflettere
sull’individuazione di nuove categorie d’analisi. Il fallimento della sinistra tradizionale è assolutamente indicativo di questo stato di cose. Occorre un nuovo linguaggio. L’esempio più lampante è il volontario fraintendimento che si sta giocando sul termine “radicale”, che invece di possedere un suo significato diventa aggettivo di “sinistra”, costruendo così la locuzione “sinistra
radicale” che serve non certo a identificare i radicali ma i trombati della sinistra, gli sconfitti.

Anonimo ha detto...

Diamoci da fare, la sinistra non può scomparire così!

Anonimo ha detto...

Credo di aver provato le stesse sensazioni nel guardare la trasmissione di Lerner. Ma Vendola governa una regione, come ha fatto a vincere usando quel frasario?