giovedì 31 gennaio 2008

Iannuzzi: «Ormai l'Udeur è incompatibile con noi»

È dedicata a chi ha criticato il silenzio del Pd (l'Italia dei valori per esempio), la risposta del segretario regionale Tino Iannuzzi. Che, per fortuna, ha una posizione netta sul futuro della coalizione e soprattutto sulla convivenza con il Campanile. Ieri, infatti, l'ex Guardasigilli ha sfidato il governatore dicendo: «I miei amici assessori (Abbamonte e Nocera cui non sono stati revocati gli arresti domiciliari, ndr) non si muovono». Ribadendo, dunque, la volontà non solo di rimanere in giunta, ma neanche di trattare su un possibile rimpasto. Iannuzzi è tutt'altro che possibilista. «In questa fase così delicata e difficile occorrono scelte politiche chiare e coerenti — dice —. Per quel che riguarda i rapporti con l'Udeur le decisioni che investono il governo del Paese e le alleanze al livello nazionale sono dirimenti anche per le alleanze nel governo regionale. La volontà di ricercare e costruire intese con il centrodestra sul piano nazionale, ed anche in vista delle impegnative scadenze che si profilano nell'orizzonte politico, è incompatibile con un rapporto di vera e positiva solidarietà con la coalizione di centrosinistra che governa la Campania, la seconda regione italiana». E conclude: «Infatti il governo della Regione ha un'alta e forte valenza politica generale che impone scelte uniformi e coerenti con quelle che toccano il governo del Paese. Questa effettiva sintonia politica è più che mai necessaria anche per contribuire efficacemente a superare le difficoltà che stiamo vivendo nonché a restituire fiducia ai cittadini e credibilità alla politica». Chiaro? Magari fosse così semplice. In un gioco al massacro, a rompere le uova nel paniere del Pd è sempre l'Udeur. In mezza giornata anche a livello nazionale sono cambiate le cose. L'incarico dato da Napolitano al presidente del Senato Franco Marini per esplorare la possibilità di un governo tecnico fa dire a Clemente Mastella: «Ascolteremo quello che ci dice il presidente del Senato e poi diremo la nostra». Che non è un no netto. Tradotto in Campania questo vuol dire che il governatore non ha mani libere per i vertici del Campanile perché non è detto che siano fuori dall'alleanza nazionale. Roba da far venire il mal di testa. E il segretario regionale Antonio Fantini rincara: «Se Pd e governatore sostengono che lo strappo nazionale comporta ripercussioni anche a livello periferico è vero anche il contrario. Che l'eventuale strappo in Campania produrrà effetti sulla coalizione nazionale?». Dopo Iannuzzi, Mastella e Fantini, ritocca a Bassolino. A lui la soluzione del mistero. L'Udeur resta in giunta o no? La svolta a queste condizioni assomiglia più ad una curva pericolosa. (Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)

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