martedì 27 novembre 2007

Bersani: il sud ancora ostaggio della spintarella

«Il contributo della scuola è sempre decisivo, ma nel Sud è strategico. Per questo il quadro strategico nazionale 2007-2013 assegna all’istruzione nel Mezzogiorno un ruolo centrale e un volume di risorse cospicuo: 3,6 miliardi per il programma nazionale sull’istruzione e altri 600 milioni ai programmi regionali». Parole del ministro Pierluigi Bersani all’incontro sull’istruzione come motore dello sviluppo del Sud a Lamezia Terme. «Il Sud - spiega Bersani - deve e può diventare un’opportunità per l’intero Paese. Può costruire percorsi più saldi sul versante della competitività soltanto se saremo capaci di instaurare un approccio collaborativo tra le istituzioni, i cittadini e gli operatori economici. La strada per il cambiamento non può che essere questa: investire sul capitale umano, conoscenza e crescita delle competenze. Senza tutto ciò non è possibile avere uno sviluppo economico saldo e duraturo». Dalle prospettive strategiche ai sondaggi che confermano vecchi costumi del Sud. «Sapevamo bene che nel senso comune degli italiani la spintarella c’era - afferma il ministro commentando il risultato del sondaggio presentato nel corso del convegno - e questi dati certificano che purtroppo anche nella mentalità dei giovani questa idea c’è». Per Bersani tutto quello che è stato battezzato come liberalizzazione vuole dire basta con le spintarelle, «vuol dire che se un giovane sa fare un mestiere deve poterlo fare. Punto e basta». Il ministro avverte anche che se non si «afferra questo concetto per quanto ci costi in termini di cambiamento, di rottura di meccanismi corporativi, di semplificazioni, noi consumiamo una rottura nei confronti delle nuove generazioni». «Io spero - conclude il ministro - che lo si comprenda perchè dentro a questo sforzo, a questa sfida, c’è poi un messaggio di futuro per il Paese. Senza questo credo che uno spirito di fiducia da parte delle nuove generazioni non possa venire». Non è finita. Secondo il ministro dello Sviluppo economico, «va innalzato il livello medio degli apprendimenti, assicurando il raggiungimento di un buon livello di conoscenze e competenze per tutti e promuovendo al contempo le eccellenze, con effetti positivi sull’integrazione sociale e culturale dei gruppi svantaggiati, sulla formazione alla legalità».

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