domenica 23 settembre 2007

Saviano e i tanti personaggi squallidi


In un colloquio riportato dal settimanale “L’espresso” il procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti, responsabile della Direzione distrettuale antimafia, ha affermato che lo scrittore Roberto Saviano, autore del bestseller Gomorra, e il pm Raffaele Cantone, impegnato in delicate indagini sulla mafia casertana, sono nel mirino del clan dei Casalesi, uno dei più potenti e sanguinari della Camorra. Ormai da tempo lo Stato ha abbassato la guardia nei confronti dei poteri criminali. Il segreto di tanto dominio risiede tutto nell’omertà. Un codice d’onore imposto all’intera popolazione: Casal di Principe è il paese dove, dal 1990 ad oggi, sono state uccise oltre 200 persone senza che nessuno abbia visto o sentito. E' una lunga scia di sangue, che terrorizza i cittadini onesti. Anche Napoli, oltre alla camorra, è stretta da un’opprimente criminalità di strada: non si contano più scippi e rapine. Di fronte ad episodi del genere bisogna reagire con forza e bisogna chiedere una maggiore presenza dello Stato e un più forte impegno delle istituzioni. Ma bisogna anche allontanare tutti quelli che indossano "l'abito buono", frequentano le assemblee politiche, e la vita culturale, personaggi squallidi che si nascondono nelle loro vite piatte, e fingono di esprimere opinioni. Insomma cercano di darsi una dignità all’esterno, per poi darsela a gambe quando la posta in gioco diventa alta. Malgrado ciò queste persone vivono di fianco a noi, e Saviano bisogna difenderlo non solo dalla camorra, ma anche da loro. I giovani di Locri, Scampia o a Lamezia Terme hanno alzato la testa chiedono alla politica un segnale forte contro la criminalità organizzata. E insieme chiedono un grande progetto di cambiamento del Mezzogiorno, capace di creare sviluppo e lavoro, per allontanare ragazze e ragazzi dai tentacoli delle mafie che si ramificano nelle tante contraddizioni della società meridionale.

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